Specchio delle mie brame
Quando ti vidi mi innamorai e tu sorridesti perchè lo sapevi.
-William

30 novembre 2010

_Buon compleanno a me!!

Oggi è il mio compleanno. che giornata! Ho riso, ho pianto, ho avuto una sorpresa..
16 anni..che numero! Sono pochi, eppure ho già voglia di averne altrettanti..
Grazie di tutto :)
ViVoglioBene!!

29 novembre 2010

_La Bella e la Bestia

Vi posto il video iniziale, la favola più bella Disney, a mio parere;



Quest'inizio ha qualcosa di magico, saranno forse le parole o la voce di Nando Gazzolo, ma è veramente bella :)

28 novembre 2010

_Davide Van de Sfroos..



..una leggenda sul lago di Como.
E' un cantautore, nato a Monza nel '65, quindi non si può proprio dire che sia un Laghèe. I suoi testi sono scritti sia in dialetto comasco che in italiano, come nell'ultimo cd. Molto spesso li mischia.
I cd sicuramente più famosi sono: Manicomi, Bréva e Tivàn, E semm partii, Akuaduulza e naturalmente Pica! .
Si può sicuramente dire che è il simbolo di tutta Como,
nonchè del vicino Ticino, ma anche dell'Italia.
Nei suoi testi racconta di storie vissute sul Lago (La ballata del Cimino), di lodi alle montagne (La Grigna), di storie di streghe (Fendin) della vita di ogni giorno (Pulenta e Galena fregia) di leggende (Gugliemo tell) e tante altre..
La migliore secondo me è proprio Pulenta e Galena fregia.

Vi lascio il video:


E anche il sito ufficiale.


26 novembre 2010

_La neve!!


Stamattina mi sono svegliata con una dolce sorpresa, il prato era coperto da un sottile strato di neve! Anche se sottile sottile comunque era sempre bello! :)
Queste sono le foto:


Quest'ultima foto l'ho scattata all'uscita da scuola, la piazza dove prendo il bus. La statua è di Garibaldi e dietro, anche se non molto, si vede la montagna innevata da metà in su. La foto si vede male perchè l'ho scattata col telefono. Rimane il fatto che mi piace molto.
Mi ha ispirato in quel momento. E' molto bella a mio parere :)
Garibaldi con la neve, mi sa di magico!!


25 novembre 2010

_Un giorno


C'era una bambina, non mi ricordo dove abitasse o quanti anni avesse. L'unica cosa che so per certo è che era rimasta sola. Era orfana, il padre era sparito quando ancora era in fasce e la madre era morta poco prima.
Questa bambina andava sempre a trovare la madre al piccolo cimitero.
E un giorno vidi la bambina chiedere che la tomba della madre rimanesse asciutta, e la pioggia l'ascoltò.
La stessa chiese che la tomba fosse riempita di neve, perchè la madre l'aveva sempre apprezzata. E la neve l'ascoltò.
La bambina chiese che la fredda pietra fosse sempre calda, in modo che sua madre non avesse freddo. E il sole l'ascoltò.
Chiese che i suoi fiori fossero mossi dal vento, così da parere vivi. E il vento obbedì.
Chiese che l'aria circostante fosse sempre colorata, e un arcobaleno nacque proprio lì vicino.
Poi un giorno la bambina chiese di poter riabbracciare sua madre, nessuno seppe accontentarla, nè il vento, nè il sole nè la pioggia..
bè fu solo un Dio ad ascoltarla.
E ora quella bambina dorme insieme alla madre, in un posto dove non c'è bisogno di chiedere calore, vita e felicità.

24 novembre 2010

_Diritto


-Ti vedo pensierosa.

Ora mi hanno pure tolto il diritto di pensiero.

23 novembre 2010

_Cavallerie Rusticana

Cavalleria Rusticana
Giovanni Verga

Turiddu Macca, il figlio della gnà Nunzia, come tornò da fare il soldato, ogni domenica si pavoneggiava in piazza coll'uniforme da bersagliere e il berretto rosso, che sembrava quello della buona ventura, quando mette su banco colla gabbia dei canarini. Le ragazze se lo rubavano cogli occhi, mentre andavano a messa col naso dentro la mantellina, e i monelli gli ronzavano attorno come le mosche. Egli aveva portato anche una pipa col re a cavallo che pareva vivo, e accendeva gli zolfanelli sul dietro dei calzoni, levando la gamba, come se desse una pedata. Ma con tutto ciò Lola di massaro Angelo non si era fatta vedere né alla messa, né sul ballatoio ché si era fatta sposa con uno di Licodia, il quale faceva il carrettiere e aveva quattro muli di Sortino in stalla. Dapprima Turiddu come lo seppe, santo diavolone! voleva trargli fuori le budella dalla pancia, voleva trargli, a quel di Licodia! però non ne fece nulla, e si sfogò coll'andare a cantare tutte le canzoni di sdegno che sapeva sotto la finestra della bella.
- Che non ha nulla da fare Turiddu della gnà Nunzia, dicevano i vicini, che passa le notti a cantare come una passera solitaria?
Finalmente s'imbatté in Lola che tornava dal viaggio alla Madonna del Pericolo, e al vederlo, non si fece né bianca né rossa quasi non fosse stato fatto suo.
- Beato chi vi vede! le disse.
- Oh, compare Turiddu, me l'avevano detto che siete tornato al primo del mese.
- A me mi hanno detto delle altre cose ancora! rispose lui. Che è vero che vi maritate con compare Alfio, il carrettiere?
- Se c'è la volontà di Dio! rispose Lola tirandosi sul mento le due cocche del fazzoletto.
- La volontà di Dio la fate col tira e molla come vi torna conto! E la volontà di Dio fu che dovevo tornare da tanto lontano per trovare ste belle notizie, gnà Lola!
Il poveraccio tentava di fare ancora il bravo, ma la voce gli si era fatta roca; ed egli andava dietro alla ragazza dondolandosi colla nappa del berretto che gli ballava di qua e di là sulle spalle. A lei, in coscienza, rincresceva di vederlo così col viso lungo, però non aveva cuore di lusingarlo con belle parole.
- Sentite, compare Turiddu, gli disse alfine, lasciatemi raggiungere le mie compagne. Che direbbero in paese se mi vedessero con voi?...
- E giusto, rispose Turiddu; ora che sposate compare Alfio, che ci ha quattro muli in stalla, non bisogna farla chiacchierare la gente. Mia madre invece, poveretta, la dovette vendere la nostra mula baia, e quel pezzetto di vigna sullo stradone, nel tempo ch'ero soldato. Passò quel tempo che Berta filava, e voi non ci pensate più al tempo in cui ci parlavamo dalla finestra sul cortile, e mi regalaste quel fazzoletto, prima d'andarmene, che Dio sa quante lagrime ci ho pianto dentro nell'andar via lontano tanto che si perdeva persino il nome del nostro paese. Ora addio, gnà Lola, facemu cuntu ca chioppi e scampau, e la nostra amicizia finiu.
La gnà Lola si maritò col carrettiere; e la domenica si metteva sul ballatoio, colle mani sul ventre per far vedere tutti i grossi anelli d'oro che le aveva regalati suo marito. Turiddu seguitava a passare e ripassare per la stradicciuola, colla pipa in bocca e le mani in tasca, in aria d'indifferenza, e occhieggiando le ragazze; ma dentro ci si rodeva che il marito di Lola avesse tutto quell'oro, e che ella fingesse di non accorgersi di lui quando passava. - Voglio fargliela proprio sotto gli occhi a quella cagnaccia! borbottava.
Di faccia a compare Alfio ci stava massaro Cola, il vignaiuolo, il quale era ricco come un maiale, dicevano, e aveva una figliuola in casa. Turiddu tanto disse e tanto fece che entrò camparo da massaro Cola, e cominciò a bazzicare per la casa e a dire le paroline dolci alla ragazza.
- Perché non andate a dirle alla gnà Lola ste belle cose? rispondeva Santa.
- La gnà Lola è una signorona! La gnà Lola ha sposato un re di corona, ora!
- Io non me li merito i re di corona.
- Voi ne valete cento delle Lole, e conosco uno che non guarderebbe la gnà Lola, né il suo santo, quando ci siete voi, ché la gnà Lola, non è degna di portarvi le scarpe, non è degna.
- La volpe quando all'uva non ci poté arrivare...
- Disse: come sei bella, racinedda mia!
- Ohé! quelle mani, compare Turiddu.
- Avete paura che vi mangi?
- Paura non ho né di voi, né del vostro Dio.
- Eh! vostra madre era di Licodia, lo sappiamo! Avete il sangue rissoso! Uh! che vi mangerei cogli occhi!
- Mangiatemi pure cogli occhi, che briciole non ne faremo; ma intanto tiratemi su quel fascio.
- Per voi tirerei su tutta la casa, tirerei!
Ella, per non farsi rossa, gli tirò un ceppo che aveva sottomano, e non lo colse per miracolo.
- Spicciamoci, che le chiacchiere non ne affastellano sarmenti.
- Se fossi ricco, vorrei cercarmi una moglie come voi, gnà Santa.
- Io non sposerò un re di corona come la gnà Lola, ma la mia dote ce l'ho anch'io, quando il Signore mi manderà qualcheduno.
- Lo sappiamo che siete ricca, lo sappiamo!
- Se lo sapete allora spicciatevi, ché il babbo sta per venire, e non vorrei farmi trovare nel cortile.
Il babbo cominciava a torcere il muso, ma la ragazza fingeva di non accorgersi, poiché la nappa del berretto del bersagliere gli aveva fatto il solletico dentro il cuore, e le ballava sempre dinanzi gli occhi. Come il babbo mise Turiddu fuori dell'uscio, la figliuola gli aprì la finestra, e stava a chiacchierare con lui tutta la sera, che tutto il vicinato non parlava d'altro.
Per te impazzisco, diceva Turiddu, e perdo il sonno e l'appetito.
- Chiacchiere.
- Vorrei essere il figlio di Vittorio Emanuele per sposarti!
- Chiacchiere.
- Per la Madonna che ti mangerei come il pane!
- Chiacchiere!
- Ah! sull'onor mio!
- Ah! mamma mia!
Lola che ascoltava ogni sera, nascosta dietro il vaso di basilico, e si faceva pallida e rossa, un giorno chiamò Turiddu.
- E così, compare Turiddu, gli amici vecchi non si salutano più?
- Ma! sospirò il giovinotto, beato chi può salutarvi!
- Se avete intenzione di salutarmi, lo sapete dove sto di casa! rispose Lola.
Turiddu tornò a salutarla così spesso che Santa se ne avvide, e gli batté la finestra sul muso. I vicini se lo mostravano con un sorriso, o con un moto del capo quando passava il bersagliere. Il marito di Lola era in giro per le fiere con le sue mule.
- Domenica voglio andare a confessarmi, ché stanotte ho sognato dell'uva nera, disse Lola.
- Lascia stare! lascia stare! supplicava Turiddu.
- No, ora che s'avvicina la Pasqua, mio marito lo vorrebbe sapere il perché non sono andata a confessarmi.
- Ah! mormorava Santa di massaro Cola, aspettando ginocchioni il suo turno dinanzi al confessionario dove Lola stava facendo il bucato dei suoi peccati. Sull'anima mia non voglio mandarti a Roma per la penitenza!
Compare Alfio tornò colle sue mule, carico di soldoni e portò in regalo alla moglie una bella veste nuova per le feste.
- Avete ragione di portarle dei regali, gli disse la vicina Santa, perché mentre voi siete via vostra moglie vi adorna la casa!
Compare Alfio era di quei carrettieri che portano il berretto sull'orecchio, e a sentir parlare in tal modo di sua moglie cambiò di colore come se l'avessero accoltellato. - Santo diavolone! esclamò, se non avete visto bene, non vi lascierò gli occhi per piangere! a voi e a tutto il vostro parentado!
- Non son usa a piangere! rispose Santa; non ho pianto nemmeno quando ho visto con questi occhi Turiddu della gnà Nunzia entrare di notte in casa di vostra moglie.
- Va bene, rispose compare Alfio, grazie tante.
Turiddu, adesso che era tornato il gatto, non bazzicava più di giorno per la stradicciuola, e smaltiva l'uggia all'osteria, cogli amici; e la vigilia di Pasqua avevano sul desco un piatto di salsiccia. Come entrò compare Alfio, soltanto dal modo in cui gli piantò gli occhi addosso, Turiddu comprese che era venuto per quell'affare e posò la forchetta sul piatto.
- Avete comandi da darmi, compare Alfio? gli disse.
- Nessuna preghiera, compare Turiddu, era un pezzo che non vi vedevo, e voleva parlarvi di quella cosa che sapete voi.
Turiddu da prima gli aveva presentato il bicchiere, ma compare Alfio lo scansò colla mano. Allora Turiddu si alzò e gli disse:
- Son qui, compar Alfio.
Il carrettiere gli buttò le braccia al collo.
- Se domattina volete venire nei fichidindia della Canziria potremo parlare di quell'affare, compare.
- Aspettatemi sullo stradone allo spuntar del sole, e ci andremo insieme.
Con queste parole si scambiarono il bacio della sfida. Turiddu strinse fra i denti l'orecchio del carrettiere, e così gli fece promessa solenne di non mancare.
Gli amici avevano lasciato la salciccia zitti zitti, e accompagnarono Turiddu sino a casa. La gnà Nunzia, poveretta, I'aspettava sin tardi ogni sera.
- Mamma, le disse Turiddu, vi rammentate quando sono andato soldato, che credevate non avessi a tornar più? Datemi un bel bacio come allora, perché domattina andrò lontano.
Prima di giorno si prese il suo coltello a molla, che aveva nascosto sotto il fieno quando era andato coscritto, e si mise in cammino pei fichidindia della Canziria.
- Oh! Gesummaria! dove andate con quella furia? piagnucolava Lola sgomenta, mentre suo marito stava per uscire.
- Vado qui vicino, rispose compar Alfio, ma per te sarebbe meglio che io non tornassi più.
Lola, in camicia, pregava ai piedi del letto e si stringeva sulle labbra il rosario che le aveva portato fra Bernardino dai Luoghi Santi, e recitava tutte le avemarie che potevano capirvi.
- Compare Alfio, cominciò Turiddu dopo che ebbe fatto un pezzo di strada accanto al suo compagno, il quale stava zitto, e col berretto sugli occhi. Come è vero Iddio so che ho torto e mi lascierei ammazzare. Ma prima di venir qui ho visto la mia vecchia che si era alzata per vedermi partire, col pretesto di governare il pollaio, quasi il cuore le parlasse, e quant'è vero Iddio vi ammazzerò come un cane per non far piangere la mia vecchierella.
- Così va bene, rispose compare Alfio, spogliandosi del farsetto, e picchieremo sodo tutt'e due.
Entrambi erano bravi tiratori; Turiddu toccò la prima botta, e fu a tempo a prenderla nel braccio; come la rese, la rese buona, e tirò all'anguinaia.
- Ah! compare Turiddu! avete proprio intenzione di ammazzarmi!
- Sì, ve l'ho detto; ora che ho visto la mia vecchia nel pollaio, mi pare di averla sempre dinanzi agli occhi.
- Apriteli bene, gli occhi! gli gridò compar Alfio, che sto per rendervi la buona misura.
Come egli stava in guardia tutto raccolto per tenersi la sinistra sulla ferita, che gli doleva, e quasi strisciava per terra col gomito, acchiappò rapidamente una manata di polvere e la gettò negli occhi dell'avversario.
- Ah! urlò Turiddu accecato, son morto.
Ei cercava di salvarsi facendo salti disperati all'indietro; ma compar Alfio lo raggiunse con un'altra botta nello stomaco e una terza nella gola.
- E tre! questa è per la casa che tu m'hai adornato. Ora tua madre lascierà stare le galline.
Turiddu annaspò un pezzo di qua e di là fra i fichidindia e poi cadde come un masso. Il sangue gli gorgogliava spumeggiando nella gola, e non poté profferire nemmeno: - Ah! mamma mia!

22 novembre 2010

21 novembre 2010

_Costume



-Perchè indossi quello stupido costume da Coniglio?

-Tu perchè indossi quello stupido costume da umano?

-Donnie Darko-






_Il mio nuovo amico Frenk


L'altro giorno a cena ho mangiato un mandarino, io adoro i mandarini, e come si fa da piccoli ho fatto il gioco con gli spicchi. Con la solita canzoncina "Pimpirepettenusa Pimpiripettepam" :D
E' bello ricordarsi della mamma che me lo faceva sempre per divertirmi.
Con la buccia mi sono fabbricata un nuovo amico.. Frenk!
Lo so, andrebbe scritto con la A, però io il nome lo scrivo con la E.
E' speciale :D


18 novembre 2010

_Paolo e Francesca


"Amor c'ha nullo amato amar perdona"
Canto V, Verso 103

-Dante Alighieri-

17 novembre 2010

_Piccola riflessione

Piccola riflessione..

Il passato ci fa vergognare eppure lo rimpiangiamo
il futuro ci fa paura eppure lo desideriamo
il presente ci fa pena eppure lo creiamo
Siamo sperduti in un tempo che non c'appartiene.

15 novembre 2010

_Holy Johnny!

Ho trovato questa canzone di Mika, non sapevo nemmeno della sua esistenza (della canzone) l'ho trovata alquanto carina e allegra.



Testo:

My mate Jonny is a looker
His habit is a one night stand
He used to walk the streets in the usual way
Oh what a pretty man

My mate Jonny is a lover
Fell for the girl next door
She said "Jonny I can't be with you,you're pretty but you're also a bore"

Finding love is not so easy
Cos people thought that he was too peculiar
So what was left for poor old Jonny
At least he found out that Jesus loves ya

Holy, well he once was a *w....*
And he's a priest at twenty four
Cos he's Holy
What he wanted the most
Now he's left with Holy Ghost

I prayed for Jonny, but now Jonny prays for me x2

My mate Jonny is a preacher
As Holy as they come
He says"Follow the Lord and the Lord'll be good"
And he even started calling me son

But God was good for poor old Jonny
He lived his life behind walls of religion
But what was left was not so funny
Cos I lost my friend to this new found position

Holy, well he once was a *w....*
and he's a priest at twenty four
What he wanted most
Now he's left with the Holy Ghost
I prayed for Jonny and now Jonny prays for me (x3)


Traduzione:

Il mio amico Jonny è un bonazzo
Ha solo storie da una botta e via
Cammina per strada in quel modo un pò così
Oh, che bell'uomo

Il mio amico Jonny è un amante
Che si innamora sempre della ragazza della porta accanto
E lei gli dice "Jonny, non posso stare con te, sei carino, ma sei una noia".

Trovare l'amore non è così semplice,
Perchè le persone pensano che lui sia troppo particolare,
Così cosa è rimasto al povero vecchio Jonny?,
Alle fine ha scoperto che "Gesù ti ama".

Santo, bhè, una volta era una p......,
Ed è un prete a 24 anni,
Perchè è santo,
E da ciò che voleva più di ogni altra cosa,
Adesso è rimasto con lo spirito santo.
Ho pregato per Jonny, ma adesso Jonny prega per me

Il mio amico Jonny è
Così santo, e non appena arriva qualcuno,
Lui dice "Seguite il signore e lui sarà buono"
E ha perfino iniziato a chiamarmi "figliolo"

Ma Dio era buono per il povero vecchio Jonny
Ha vissuto la sua vita dietro le mura della religione
Ma quello che è rimasto non è così divertente
Perchè ho perso il mio amico a causa della sua nuova posizione.

Santo, beh, una volta era una p.......,
Ed è un prete a 24 anni,
Perchè è santo,
E ciò che voleva più di ogni altra cosa,
Adesso è rimasto con lo spirito santo.
Ho pregato per Jonny, ma adesso Jonny prega per me.

Mi scuso per i contenuti che magari possono
apparire inappropriati per qualcuno :)

14 novembre 2010

_One mouth

E' passato un mese, ma quel mio "Bo" che poi era un sì.
Anche se non riesco a dimostrare niente, ci voglio provare con le parole:
Quel primo giorno è stato magico,
quel secondo giorno mi hai reso felice,
quel terzo giorno è stato il mio primo bacio,
quel quarto giorno avevo vergogna, mi sentivo estranea in quel paesaggio,
e quello stesso giorno hai ricevuto un "Sì"
quel quinto giorno sotto la pioggia, è stato il mio primo vero bacio,
quel sesto giorno fuori da scuola mi hai fatto sorridere,
quel settimo giorno..
e continuerei credimi.
Continuerei fin'ora, scusa se non dico le cose ma magari le dimostro con un'abbraccio o altro.
Sai, ora quella chiave che porto al collo è tua.
Te la regalo.
Grazie di tutto.

12 novembre 2010

_Discorso Usagi


"Svegliarsi la mattina con i primi raggi del sole.
La sveglia che suona alle sette.
Sentire la mamma che grida dal corridoio: "Alzati Bunny è ora!" e io mezza addormentata che rispondo: "Ancora 5 minuti!" .
Correre come una disperata senza nemmeno aver fatto colazione per prendere l'autobus.
Arrivare in ritardo, entrare in classe, esser costretti ad andare in presidenza.
Studiare studiare.. e poi prendere brutti voti.
E dopo le lezioni andare con le amiche a prendere un gelato, guardare con occhi estasiati le vetrine dei negozi del centro.
E' questa la vita che voglio, voglio una vita così.
Sono queste le piccole cose che mi rendono felice ..che mi rendono felice."


Ricavato da qui

11 novembre 2010

_Diofanto


Sulla tomba di Diofanto, egli volle che fosse scolpito il seguente enigma:
"Dio gli consentì di essere ragazzo per la sesta parte della sua vita e, con l'aggiunta di una dodicesima parte, gli rivestì le guance di pe- luria. Dopo un'altra settima parte della sua vita il Dio accese per lui le fiaccole nuziali e cinque anni dopo il matrimonio gli accordò un figlio. Ahimè! povero figlio nato troppo tardi; dopo aver raggiunto la metà dell'intera vita di suo padre, il gelido Fato se lo prese. Dopo essersi consolato con la scienza dei numeri per altri quattro anni, egli concluse la sua vita."

Tutto ciò venne scritto al posto della sua età di mo
rte.

Questo teorema è stato messo in una verifica di seconda del mio prof di Matematica, nessun ragazzo è stato capace di risolverlo.
Ce l'ha posto a noi, o meglio, a chi voleva provarci. Io ho provato insieme a una mia amica, siamo riuscite entrambe.
E' facilissimo.
Provateci :)

10 novembre 2010

_Lucio Pisani


Nato in provincia di Avellino, vive e risiede a Como da oltre 40 anni. Laureato in lettere e in giurisprudenza. E’ stato Deputato al Parlamento.
Interessato fin dalla giovane età alla letteratura e in particolare alla Poesia ha scritto numerosissime poesie che sono state pubblicate fin dal 1969 in esclusive raccolte edite da Ediz. Mursia Milano, Ediz. Genesi Torino, Ediz. Litos Como, Ediz. Book Bologna ed altre.

Per 16 anni, titolare della rubrica di critica cinematografica del quotidiano “La Provincia di Como”.

Membro o Presidente di Giuria di importanti Premi Letterari come il Milano Duomo, il David di Marina di Carrara, il Città di Salò, il Città di Como, è egli stesso Vincitore di numerosi Concorsi Letterari tra cui il Cardarelli.
Di lui hanno scritto i maggiori critici letterari Italiani, sue poesie sono state pubblicate in numerosi testi scolastici di ogni ordine e grado.
Nel 1998 il Presidente della Repubblica gli ha conferito la medaglia d’oro quale benemerito della Cultura e dell’Arte.


Questo signore, ho scoperto che è il padre del mio professore d'Italiano, Daniel Pisani, un gran bell'uomo, dal punto di vista dell'intelletto naturalmente.
Ho scoperto che è suo padre navigando del suo canale di Youtube, lui è un giornalista di una rete locale.
A seguire ce ne sono altre.
Beh ho scoperto un piccolo grande segreto! :)


_Asociale


Ti senti dir dietro "Asociale" da chi ti vuole bene.
E' così che poi ti senti triste.
"Asociale, asociale, asociale.."
Una stupida cantilena che odio. La odio.
"Non è colpa mia" risponderebbe qualsiasi persona, ma io non rispondo così, perchè un po' di colpa ce l'ho anch'io. La colpa di non esser come loro, la colpa di esser sempre stata timida, la colpa di non riservare mai il saluto.
Perchè io il saluto non l'ho mai negato, ma loro l'hanno negato a me.
"Asociale, asociale.."
Non è vero, non sono asociale.
Qui dove sono io sì, ma fuori no. Non sono asociale.
Forse io ho amici più veri di voi. Non forse. Io HO amici veri.
Voi siete tutti finti, litigate e poi fate pace. Ma poi tanto vi parlate dietro e manco vi salutate sul bus.
"Asociale, asociale, asociale.."
Ecco come la gente diventa pazza.
O come diventa triste.

9 novembre 2010

_Grandine


"Bah, che strano. E' l'8 Novembre e grandina. Proprio Strano"
Durante la verifica di Informatica sì è messo a grandinare.
Stranissimo, io mi sarei aspettata la neve, ma la grandine mai.
E' proprio strano il mondo.

Come certa che gente che gira.
Sabato, 6 Novembre, ho visto il primo Babbo Natale dell'anno.
Era un ragazzo più o meno della mia età (con scarpe Adidas, quelle da pagliaccio) fuori da un negozio, di oggettistica Natalizia, a fare il Babbo Natale con le caramelle.
Gli ho anche fatto la foto per provare la sua esistenza.
Però la devo ancora scaricare.

Bah..Un Babbo Natale a Novembre.
Ma dove siamo finiti?!

7 novembre 2010

_Ivana Spagna "Dov'eri"


Una bellisisma canzone scoperta qualche giorno fa.




E mi chiedi anche "Come stai?" il coraggio non ti manca mai
Come se tra noi non ci fosse mai stato niente d'importante
E tornan fuori i lividi e mi sento tutti i brividi
E ingoiando un po' non ti griderò quello che vorrei

Dov'eri quando io ti cercavo dov'eri
Quando il tuo nome chiamavo e il tuo amore imploravo
Dov'eri quando piangevo

E per gli occhi miei un po' lucidi tante scuse tutte inutili
Perché solo adesso che sei solo come me ti rivedo qui

Ma dov'eri quando io ti cercavo dov'eri
Quando la notte impazzivo in ginocchio per te
Con chi eri quando quasi morivo

Ci son preghiere che non ce la fanno mai
Ad arrivar lassù nel blu
Ci son ferite che non si chiudono mai
Perché dentro ci vivi tu

Dov'eri quando io ti cercavo dov'eri
Io sola e tu con chi eri mentre io ti sognavo
Dov'eri quando chiamavo te
(Dov'eri) quando io ti cercavo dov'eri
Io sola e tu con chi eri mentre io ti sognavo
Dov'eri quando chiamavo dov'eri.




E poi dicono che le canzoni italiane oramai fanno pena..

6 novembre 2010

_Sclerosi Multipla


Anche quest'anno per Natale, l'associazione italiana contro la Sclerosi Multipla, ha organizzato la vendita natalizia di prodotti per raccogliere fondi per l'Associazione.
Mia zia vende questi prodotti, quest'anno ci sono diverse decorazioni e anche un peluche, molto carino, di un Pinguino. Il costo è di 2€ per i primi e di 5€ per il peluche.
Per questo Natale possiamo anche rinunciare ai nostri "piani" di regali magari già programmati da tempo e, per una volta, regalare qualcosa di diverso facendo anche un piccolo gesto, ma anche semplicemente addobbare il nostro albero con decorazioni che abbiamo pagato, ma siamo sicuri che saranno destinati a buon fine.


Io sono già la felice detentrice di uno dei pinguini, gli ho dato anche un nome, Kira, ed è diventata la mascotte della classe.

Qualcosa di piccolo può rendere felici molte persone :)

3 novembre 2010

_Frase

Ho trovato questa frase su Facebook:

Ogni minuto che passi arrabbiato perdi sessanta secondi di felicità.

E' di Albert Einstein. Proprio bella.

2 novembre 2010

_Campanello



Perchè porti il Campanello?

Perchè anche se non mi si sente, voglio che si capisca allo stesso che ci sono ancora.